I Santi Cosma (o Cosimo) e Damiano, noti anche come Santi Medici (... - Cirro, Siria, 303) sono ritenuti dalla tradizione due gemelli di origine araba, medici in Siria e martiri sotto l'impero di Diocleziano: sono venerati da tutte le Chiese cristiane che ammettono il culto dei santi.
La storia
Le fonti pervenuteci non sono pienamente concordanti tra loro, pur
avendo molti aspetti comuni, ma riportano tre diverse tradizioni:
- una tradizione "Asiatica" nella città di Costantinopoli,
capitale dell'impero bizantino;
- una tradizione "Romana" affermatasi in Siria;
- una tradizione "Arabica" diffusa in Occidente, precisamente
a Roma.
Tutte e tre le tradizioni fanno riferimento a "fratelli, gemelli
e medici". Questi erano in grado di operare prodigiose
"guarigioni" e "miracoli" e la loro azione era
completamente gratuita nei confronti di tutti, da qui l'appellativo
"Anàrgiri" (dal greco anargyroi, senza denaro). Con questo termine si
designavano nella Chiesa greca i santi che, secondo gli scritti agiografici,
esercitavano la medicina senza alcuna retribuzione.
Secondo la tradizione agiografica che, sebbene non storicamente
verificabile, è supportata dall'antichità del culto loro tributato, i due erano
gemelli originari dell'Arabia, appartenenti ad una ricca famiglia. Il padre si
convertì al Cristianesimo dopo la loro nascita, ma morì durante una
persecuzione in Cilicia; mentre la madre, Teodota (o Teodora), da più tempo
cristiana, si occupò della loro prima educazione.
Dopo aver appreso l'arte medica nella provincia romana di Siria,
praticarono la loro professione nella città portuale di Ægea, in Cilicia, sul
golfo di Alessandretta.
Prestavano la loro opera con assoluto disinteresse, senza mai chiedere
retribuzione alcuna, né in denaro, né di altro genere, sia dai ricchi e sia dai
poveri, in applicazione del precetto evangelico: "Gratis accepistis,
gratis date". Uno dei loro più celebri miracoli, tramandati dalla
tradizione, fu quello di aver sostituito la gamba ulcerata di un loro paziente
con quella di un etiope morto di recente.
Secondo la passio, tuttavia, in una sola occasione era stata elargita
ai santi una ricompensa, di tre uova nelle mani del fratello minore Damiano, da
parte di una contadina, Palladia, un'emorroissa, miracolosamente guarita. Cosma
era rimasto tanto deluso e mortificato per quel gesto da esprimere la volontà
che le sue spoglie fossero deposte, dopo la morte, lontane da quelle del
fratello.
Durante le persecuzioni dei cristiani promosse da Diocleziano (284 -
305) furono fatti arrestare dal prefetto di Cilicia, Lisia.
Avrebbero subito un feroce martirio, così atroce che su alcuni martirologi è scritto che essi furono martiri cinque volte. I supplizi subiti da Cosma e Damiano differiscono secondo le fonti. Secondo alcune furono dapprima lapidati ma le pietre rimbalzarono contro i soldati, secondo altre furono crudelmente fustigati, crocefissi e bersagliati dai dardi, ma le lance rimbalzarono senza riuscire a fare loro del male; altre fonti ancora narrano che furono gettati in mare da un alto dirupo con un macigno appeso al collo, ma i legacci si sciolsero e i fratelli riuscirono a salvarsi, e ancora incatenati e messi in una fornace ardente, senza venire bruciati.
Cosma e Damiano infine vennero decapitati, assieme ai loro fratelli
più giovani (o discepoli), Antimo, Leonzio ed Euprepio, nella città di Cirro,
nei pressi di Antiochia.
Dopo il loro martirio coloro che avevano assistito al macabro
spettacolo vollero dare degna sepoltura a coloro che tanto bene avevano
elargito in vita, cercando anche di rispettare la volontà di Cosma circa la
separata sepoltura: ciò fu loro impedito da un cammello che, secondo la
leggenda, prese voce dicendo che Damiano aveva accettato quella ricompensa solo
perché mosso da spirito di carità, onde evitare che quella povera donna potesse
sentirsi umiliata dal rifiuto. I presenti diedero dunque sepoltura ai loro
corpi deponendoli l'uno a fianco dell'altro.
Il culto
Le tre tradizioni della vita dei Santi Cosma e Damiano furono inoltre
inserite nel contesto dei libri liturgici greci, e ad ogni tradizione fu
indicato il giorno festivo specifico:
- La tradizione "Asiatica" festeggiava i due santi il 1º
novembre;
- La tradizione "Romana" venerava i due santi il 1º luglio;
- La tradizione "Arabica" lodava i santi Cosma e Damiano il
17 ottobre.
La Chiesa cattolica celebra la loro memoria liturgica il 27 settembre
(probabilmente il giorno della dedicazione della basilica romana, secondo il
calendario tradizionale utilizzato tuttora per la Messa Tridentina), nonostante
papa Paolo VI abbia spostato la festa al 26 settembre e ne abbia reso il culto
facoltativo: la Chiesa ortodossa fissa per la loro commemorazione il 1º luglio,
il 17 ottobre e il 1º novembre.
Il culto dei santi Cosma e Damiano, invocati come potenti taumaturghi,
iniziò subito dopo loro la morte. Il vescovo di Cirro, Teodoreto († 458), parla
già della divisione delle loro reliquie, inviate alle numerose chiese già sorte
in loro onore (a Gerusalemme, in Egitto, in Mesopotamia); l'imperatore
Giustiniano I e il patriarca Proclo dedicarono ai santi una basilica di
Costantinopoli che divenne meta di numerosi pellegrinaggi; anche a Roma papa
Felice IV (526 - 530) edificò, sul sito dell'antico Templum Romuli e della
Bibliotheca Pacis, nel Foro della Pace, una basilica a loro intitolata e ne
favorì il culto in opposizione a quello per i pagani Castore e Polluce.
I crani dei santi vennero traslati da Roma nel X secolo e portati a
Brema: nel 1581 Maria, figlia di Carlo V, li donò alla chiesa del convento
delle clarisse di Madrid: le stesse reliquie sono però venerate anche nella
chiesa di San Michele Arcangelo a Monaco di Baviera dove, in base
all'iscrizione sul reliquiario, vennero poste nel XV secolo.
Il primo documento che attesta la presenza delle reliquie delle
braccia dei Santi a Bitonto è del 1572, data di svolgimento della visita
pastorale di monsignor Musso. Il culto dei taumaturghi, secondo quanto risulta
da alcune testimonianze iconografiche, è però introdotto in Bitonto fin dal XIV
secolo.
A Firenze i santi Cosma e Damiano erano patroni della famiglia Medici:
la presenza dei due santi in Toscana simboleggia quasi sempre una commissione
medicea. Tra gli artisti che raffigurarono i due fratelli per i Medici ci
furono Beato Angelico e Donatello.
- Testo e immagini tratte dal web.